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Il valore degli anziani: la parola al Direttore Mastrorilli

image0-1In occasione della Giornata Mondiale degli Anziani 2023 abbiamo intervistato il Direttore della RSA San Carlo Borromeo di Solbiate: il Dottor Diego Mastrorilli.

Nell'intervista ci ha parlato del valore degli anziani e dell'importanza di essergli vicini.

 

Prendersi cura: il valore conferito alle persone

Secondo la sua sensibilità professionale e umana maturata negli anni alla direzione di RSA, che significato conferisce al termine "prendersi cura"? Quali sono i bisogni principali degli anziani e delle loro famiglie secondo la sua esperienza? 

«Occorre premettere che "Prendersi cura" è una locuzione che indica un'azione, quindi si tratta di qualcosa da fare e non solo da teorizzare. A mio modo di vedere significa interessarsi alle problematiche e alle fragilità delle altre persone, e ciò vale per tutte le persone anziane e non, mettendo a disposizione la propria esperienza, professionalità, umanità, al fine di aiutarle a stare meglio, e farlo.» introduce il Direttore.

«Il tessuto sociale odierno presenta moltissime criticità che generano differenti bisogni, diventa difficile quindi generalizzare rispetto ai bisogni degli anziani e delle loro famiglie, ma dovendo trovare una caratteristica che accomuna queste persone direi che hanno grande necessità di "relazione"

«Troppo spesso si pensa che l'intervento "tecnico" sia la soluzione, invece si tratta solo di una conseguenza, mi spiego: l'espressione di un bisogno di norma si concretizza con una richiesta di qualcosa di concreto, mentre l'esperienza di tanti anni a contatto con anziani e loro familiari mi dice che nel momento stesso in cui si stabilisce una "relazione" umana interessata con una persona che esprime una difficoltà, la soluzione, quale che sia, andrà bene e sarà soddisfacente per chi ha espresso il bisogno.» afferma.

 

Il valore degli anziani: sapienza e conoscenza condivisa

Sappiamo che oggi l'allungamento dell'aspettativa di vita delle persone è visto solamente come un costo per il Sistema Sanitario; è possibile invece ripensare questo fenomeno come un patrimonio prezioso di esperienze e conoscenze da tutelare e trasferire alle nuove generazioni? 

«Penso che l'allungamento dell'aspettativa di vita sia un fenomeno ad oggi non ancora compreso dalla maggior parte delle persone, dimostrazione ne è il fatto che sono poche le persone che in tempi non sospetti (prima di diventare anziani) si occupano di arrivare all'anzianità nel miglior stato di forma possibile (in primis auto-tutelandosi).» sottolinea il Direttore.

 «Farlo significa riuscire poi a godersi gli "anni d'argento" in salute e ancora in grado di trasferire alle generazioni successive il proprio prezioso patrimonio di esperienze e conoscenze.» 

 «Direi che sono grossolanamente due le tematiche: la prima è considerare gli anziani come vere e proprie risorse da sfruttare (cogliere i frutti) e non esiliarli ai margini della società. La seconda riguarda la capacità delle persone di farsi trovare pronte al momento giusto poichè una vita trascurata e senza visione sul proprio futuro longevo genera persone senza le oggettive possibilità di essere protagoniste del "passaggio di testimone".» spiega il Direttore Mastrorilli.

«Ovviamente, dato che la situazione attuale è quella descritta nella domanda, occorse farsi carico di quel differenziale esistente e colmabile prendendosi cura del trasferimento alle nuove generazioni del valore accumulato dalle persone anziane e a rischio di oblio.»

 

I progetti futuri della RSA San Carlo Borromeo

L'RSA San Carlo Borromeo ha in progetto alcune iniziative volte ad avvicinare l'anziano "degente" al mondo esterno? 

«Sì al momento solo in progetto poichè prima di "aprirsi" al mondo esterno occorre far funzionare nel miglior modo possibile l'interno e questo lavoro, con grande collaborazione di tutto il personale, lo stiamo portando avanti con decisione.» 

«L'idea è quella di organizzare un ponte tra la Casa San Carlo Borromeo e le scuole del territorio, di differenti ordine e grado, in modo che le generazioni più giovani siano dapprima interessate a conoscere il tempo dell'anzianità e le persone che possono testimoniarlo, poi impegnate a portarlo con sé nel futuro, all'interno delle rispettive famiglie.» ci confida il Direttore.

«Inoltre cercheremo, lasciandoci alle spalle il terribile periodo pandemico, di riprendere le attività e la collaborazione con l'Amministrazione Comunale per legarci il più possibile alle iniziative del territorio.»

 

La rivoluzione della tenerezza: il pensiero di Papa Francesco

Papa Francesco invita i nonni a non tirare i remi in barca ma a dare un contributo nella famiglia attraverso quella che lui definisce "rivoluzione della tenerezza", una rivoluzione spirituale e disarmata in cui i nostri anziani possono essere protagonisti. Qual è il suo pensiero a riguardo? 

«Come sempre accade, il Santo Padre è riuscito ad avvicinare concetti molto distanti attraverso due parole che unite creano senso e sono capaci di generare un effetto molto potente in chi le legge e ne vuole comprendere appieno l'intento. Come non essere d'accordo?»

«Certamente le persone anziane sono quelle che più delle altre possono utilizzare l'enorme bagaglio di esperienze di vita accumulate, farlo con la tenerezza necessaria è proprio caratteristico dei nonni.» afferma il Dottor Mastrorilli. 

«Penso inoltre che se il Santo Padre ha accostato la parola tenerezza a un termine così duro come rivoluzione, allora vuol dire che siamo ancora molto distanti dal porre le persone anziane nel loro giusto posto, ossia al centro. Questo deve motivare ancor più tutti noi che lavoriamo con e per le persone anziane ad aiutarle a divenire protagoniste di questa pacifica rivoluzione.»

 

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