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L'Ospitalità nei Centri Diurni Disabili: parola alle nostre Professioniste

"Il 3 dicembre ricorre la Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità: per l'occasione abbiamo intervistato la Coordinatrice del C.D.D "Il melograno" del Centro Sacro Cuore Anna Maria Bottigia e la Dott.ssa Mariagrazia Burinato, Direttrice del Centro.

 

L'integrazione delle persone con disabilità nella società

"Il CDD è una risorsa fondamentale per gli utenti gravi e gravissimi perché si configura in un percorso di vita. Nel nostro caso specifico l’approccio sistemico relazionale che ha sempre contraddistinto la nostra modalità operativa fa si che, non solo la persona sia al centro dell’attenzione, ma anche ciò che è intorno alla persona: la famiglia e il contesto territoriale." spiegano le nostre Professioniste. 

"Il terzo aspetto è quello di creare la cultura della diversità attraverso progetti espressivi e artistici che ne fanno riconoscere il valore personale. La cultura dell’integrazione può, e deve, favorire l’interscambio, che fa riconoscere la disabilità non solo come limite ma come possibilità."

"L’integrazione non è solo l’integrazione del disabile ma è l’integrazione del contesto che è in grado di riconoscere le potenzialità delle persone con fragilità." continuano. 

 

La personalizzazione dei programmi e delle attività per gli assistiti

"Negli anni il Servizio ha acquisito delle competenze consolidate che mettono in evidenza i punti di forza, le attitudini personali di ognuno, per quanto possibile, discutendone con la persona per strutturare un Piano Individualizzato che sia realmente vestito sul soggetto." dichiarano le nostre Professioniste.

"Per il nostro CDD le attività strutturate diventano strumento per poter raggiungere obiettivi specifici o trasversali all’interno di piccoli gruppi eterogenei. La struttura del “laboratorio” e la sua programmazione sono una risorsa per l’acquisizione di competenze attraverso richieste di performance adeguante alle persone che ne aumentano l’autostima e ne favoriscono la crescita."

"Le attività sono equilibrate in modo da poter soddisfare sia l’aspetto occupazionale che quello espressivo individuale oltre che di socializzazione."

 

Le sfide nel supporto quotidiano

"La maggiore sfida in questo momento è la continua Formazione per poter essere competenti rispetto a nuove disabilità e casi complessi. Il confronto con realtà che utilizzano il supporto tecnologico al fine di migliorare la qualità degli interventi sulla persona è una fonte importante per poter rispondere alle esigenze specifiche dei soggetti." raccontano le nostre Professioniste

"La seconda grande sfida è quella di formarsi in maniera corretta per poter accompagnare e supportare i caregiver nelle scelte educative e di vita anche al di fuori della famiglia. Non ultima sfida degli operatori, è quella di mantenere un assetto di équipe coordinata e condivisa per superare situazioni di burn out che sono spesso presenti dopo molti anni di lavoro." concludono.

Abbiamo inoltre chiesto loro di condividerci una esperienza significativa avuta nel corso delle loro giornate.

"É difficile scegliere una esperienza significativa tra quelle che sono state e sono attualmente in campo. Tutte hanno avuto risvolti significativi e successi sia individuali che di gruppo."

"Potremmo elencarne tante; dalle esperienze teatrali sul territorio con bambini nelle scuole primarie, a partite di calcetto in collaborazione con altri Servizi, dalle esperienze musicali alla Pet Therapy, dalla danza ai laboratori artistici. In realtà le esperienze con maggiore successo sono quelle realmente focalizzate in quei micro cambiamenti di vita che abbiamo contribuito a dare, quelle di supporto alle famiglie che ci ritengono parte della loro vita e spesso ci interrogano sul futuro dei loro assistiti." ci confidano.

 

Il coinvolgimento dei familiari nel supporto alle persone

"I familiari sono per noi la risorsa primaria nella relazione con i nostri utenti; da sempre con loro ci sono momenti formali dove vengono condivisi, con educatori e psicologa, le osservazioni, i progetti e le verifiche individuali." dettagliano.

"Per come è organizzato il CDD ogni educatore è referente di alcuni utenti, questo ha fatto sì che si instaurassero rapporti più informali con i caregiver su situazioni e necessità che si presentano nella quotidianità; la circolarità di queste informazioni si concretizza nel momento della riunione di équipe dove, se necessario, si stabiliscono strategie di intervento individualizzate."

"Come operatori veniamo interrogati su situazioni complesse che ci richiedono i caregiver e ai quali dobbiamo rispondere tenendo conto che c’è tutta la parte emotiva che abbiamo la responsabilità di cogliere e di incanalare nel modo adeguato al fine di interventi efficaci rispettosi della persona." concludono.

 

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