La REMS "Anton Martin" si inserisce all'interno del Presidio Ospedaliero Beata Vergine della Consolata di San Maurizio Canavese e rappresenta un faro di speranza per i pazienti psichiatrici autori di reato, offrendo un percorso di cura che integra terapie farmacologiche con attività riabilitative e lavorative. La struttura, attiva dal 2016, è dedicata al recupero della persona, puntando al suo reinserimento sociale attraverso un approccio che valorizza le potenzialità individuali.
Il progetto "Lavoriamo Insieme" rappresenta una delle iniziative più innovative e di successo della REMS "Anton Martin", offrendo ai partecipanti l'opportunità di imparare un mestiere e di acquisire competenze professionali utili per il loro futuro.
Questo programma non si limita a fornire una semplice occupazione temporanea; mira piuttosto a restituire dignità e senso di responsabilità ai pazienti, aiutandoli a riconquistare la fiducia in se stessi e nelle proprie capacità. L'assemblaggio di piccoli prodotti, oltre a essere un'attività terapeutica, diventa un mezzo per riscoprire il valore del lavoro di squadra, dell'impegno e della perseveranza.
Parallelamente, le iniziative regionali per i giovani autori di reato offrono percorsi personalizzati che tengono conto delle esigenze e delle aspirazioni individuali. Questi programmi, elaborati in stretta collaborazione con servizi sociali e istituzioni locali, sono progettati per facilitare il reinserimento dei giovani nella società, offrendo loro supporto educativo, formazione professionale e opportunità di lavoro. L'obiettivo è duplice: da un lato, contribuire alla riduzione del rischio di recidiva; dall'altro, promuovere un cambiamento positivo nella vita dei partecipanti, dando loro gli strumenti per costruire un futuro migliore.
Il successo di questi progetti si misura non solo attraverso i risultati tangibili, come il numero di partecipanti che hanno trovato un impiego stabile o hanno ripreso gli studi, ma anche attraverso il cambiamento nel modo in cui i pazienti si percepiscono e vengono percepiti dalla società. Attraverso il lavoro e il supporto sociale, la REMS "Anton Martin" offre ai suoi ospiti una seconda possibilità, dimostrando che il riscatto personale e professionale è possibile anche per coloro che hanno attraversato momenti di grande difficoltà.
S.J., 20 anni, condivide la sua esperienza di trasformazione e crescita:
"Questo progetto è stato un privilegio e una grandissima opportunità di crescita. Se fino a qualche anno fa ero un semplice ragazzino a cui non interessavano le conseguenze delle proprie azioni, oggi mi sento di essere maturato e grato a chi ha creduto in me. Per la prima volta riesco ad immaginare quel futuro che ho sempre sognato, e cioè di diventare barbiere e coltivare la passione della musica."
P.B., 27 anni, esprime la sua gratitudine per il progetto:
"Questo progetto è stato per me sia un’incognita iniziale sia un’eccezionale esperienza di crescita... Mi sento e sono particolarmente fortunato di partecipare a questo progetto; quest’esperienza mi ha dato la possibilità di avere una visione obiettiva e complessiva di me stesso."
Emanuele riflette sull'impatto del suo percorso di formazione:
"Ho cercato di mettere tutto il mio impegno nella realizzazione di questo progetto. Le persone hanno creduto in me e questo mi ha dato forza e fiducia in me stesso. Questa esperienza mi ha motivato molto e ha rappresentato per me l’opportunità di guardare con speranza al mio futuro e di vedere una luce in fondo al tunnel."
Queste testimonianze sottolineano l'importanza dell'approccio umanizzante adottato dalla REMS "Anton Martin" e da tutte le strutture Fatebenefratelli. La struttura non si limita a offrire cure, ma agisce come un vero e proprio ponte verso il futuro, fornendo ai suoi ospiti gli strumenti necessari per riscattarsi e reimmettersi nella società con dignità e speranza.
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