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Depressione: 4 utili consigli per superarla

15 febbraio 2024

La depressione è una vera e propria malattia, che ci distacca dalla realtà e che può turbare gli equilibri familiari quando a soffrirne è un nostro caro. Che cosa fare – e soprattutto che cosa non fare – per ristabilire l’armonia? Lo abbiamo chiesto al Dott. Gian Marco Giobbio, Direttore medico del Centro Sant'Ambrogio e del Centro Sacro Cuore di Gesù.

In questo articolo parleremo di:
- Depressione: definizione e tipologie
- Combattere la depressione: conoscere sintomi e cause
- Depressione: 4 consigli per superarla 

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Depressione: definizione e tipologie

Patologia psichiatrica ampiamente diffusa, la depressione può presentarsi a qualsiasi fascia di età: esistono infatti forme di depressione già in adolescenza e in età infantile. Questa patologia non può essere ridotta ad un semplice stato d'animo negativo: si tratta infatti di un vero e proprio disturbo mentale, sofferto da più di 264 milioni di persone in tutto il mondo. 

Esistono diverse tipologie di depressione, che presentano sintomi spesso difficili da riconoscere. Ecco le principali:

  • Disturbo depressivo maggiore, che si basa su episodi depressivi che si ripetono nel tempo.
  • Disturbi bipolare, che consistono nell'alternarsi di episodi maniacali e depressivi a periodi di umore normale.

Superare la depressione: conoscere sintomi e cause

La persona che soffre di disturbi depressivi tende rifiutare la sua condizione e attribuirne la causa a stress derivato da comuni problemi relazionali o lavorativi, rendendo così difficile il suo superamento.

Ma quali sono i principali sintomi della depressione?

  1. Umore depresso, con tristezza quasi costante e pensieri negativi, anche suicidari.
  2. Poca concentrazione e possibili problemi di memoria.
  3. Marcata mancanza di interesse e perdita di piacere, che spinge la persona depressa ad abbandonare passioni, hobby, attività piacevoli. Molto comune è la diminuzione del desiderio sessuale.
  4. Affatticabilità e mancanza di energia, detta proprio astenia. La depressione è infatti caratterizzata da stanchezza cronica e spossatezza ingiustificata.
  5. Perdita o aumento di peso e di sonno: questi sintomi possono essere variabili da persona o persona.

Oltre a disturbi legati alla sfera emotiva e dell’umore, la depressione può manifestarsi anche con sintomi fisici, come mal di testa, stati confusionali, tachicardia, dolori ai muscoli e alle ossa, e presentarsi in associazione ad ansia cronica e comportamenti suicidari e autolesionisti.

Riconoscere e combattere la depressione può essere complicato, ma lo è ancora di più individuare una causa chiara e univoca. Di sicuro è di aiuto sapere che le origini del disturbo depressivo possono essere suddivise in due grandi gruppi:

  • fattori biologici, ovvero una predisposizione maggiore di tipo genetico nello sviluppo della malattia;
  • fattori psicologici – come eventi, esperienze, traumi infantili – che hanno reso il soggetto più vulnerabile ed incline alla depressione.

Nel dettaglio, il panorama delle cause di questa malattia è a dir poco ampio: ambiente sociale, ereditarietà, presenza di altre patologie o disturbi cronici che inficiano sul benessere psico-fisico del malato, eventi precoci – come la perdita di un genitore nell’infanzia – o eventi di vita traumatici.

Depressione: 4 consigli per superarla 

Di seguito riportiamo 4 strategie utili per combattere la depressione, correlate dalla spiegazione del Dottor Giobbio.


1. Accettare la malattia

«La depressione è una vera e propria malattia e non va confusa con la tristezza, o con la malinconia, sentimenti che frequentemente sperimentiamo nella nostra vita. Sintomi depressivi possono insorgere dopo eventi di perdita, come ad esempio un lutto, ma in questo caso non si tratta di patologia: è infatti una fisiologica reazione che facilita i meccanismi di elaborazione e ha una durata limitata» spiega il Dottor Giobbio

La depressione patologica compare invece indipendentemente da quanto ci sta accadendo o comunque rappresenta una reazione esagerata, incomprensibile rispetto agli eventi.

Il sintomo nucleare è rappresentato dal calo del tono dell’umore, dalla tristezza, ma la sua intensità è molto maggiore rispetto alla fisiologica tristezza. Ha infatti caratteristiche quasi fisiche, un peso al petto o alla testa, e si accompagna ad altri sintomi specifici della malattia quali apatia, mancanza di energia, insonnia, solo per citarne alcuni. Altra caratteristica è la sua immodificabilità nel tempo: non migliora anche a fronte di notizie o eventi positivi.

L’effetto sulla quotidianità è molto pesante.

«Tutte le scelte che facciamo abitualmente, da quelle più semplici, come la selezione dei vestiti da indossare le mattina o cosa cucinare per pranzo, a quelle più complesse come le scelte professionali e lavorative appaiono difficili, quasi impossibili.» continua.

 «Questo succede perché il tono dell’umore è un elemento fondamentale nell’ambito del processo decisionale. In altre parole: non prendiamo decisioni soltanto attraverso il ragionamento, la logica; a farci decidere è piuttosto la scelta che risuona emotivamente come migliore, come più adatta a noi.» 

«Ed è per questo che a volte prendiamo decisioni anche contrarie a quanto la logica ci direbbe e spesso sono proprio queste le scelte più corrette. Nel soggetto depresso, le oscillazioni dell’umore sono bloccate verso il basso, manca la risonanza emotiva e per questo si fa fatica a decidere. La razionalità non aiuta e l’ansia e le paure che si associano alla depressione, ci bloccano».

Si tratta, quindi, di una vera e propria patologia. Riconoscerla, non sottovalutarla e accettare che una persona affetta da depressione sia malata e non stia “esagerando” è il primo passo per combattere la depressione.

2. Non vergognarsi mai

A volte, capita che si provi imbarazzo per quel genitore o quel parente che non vuole più uscire di casa, che si trascina col pigiama e magari non ha neppure voglia di lavarsi.

«A volte ci infastidisce vedere che una persona a cui vogliamo bene si lascia andare, che trascorra gran parte della sua giornata a letto senza fare nulla ma dobbiamo essere consapevoli che questo comportamento non è sotto il suo controllo, ed è ulteriormente inficiato dal senso di inutilità e del vissuto di impossibilità al cambiamento tipico del soggetto depresso». confida il Dottore.

Per questo l’attenzione al proprio aspetto fisico, alla cura della propria persona e al modo di presentarsi agli altri perde di significato.

signore sul divano che cerca di superare la depressione

Altro sintomo spesso associato alla depressione è rappresentato dall’anedonia, ovvero l’incapacità di provare piacere nelle attività quotidiane.

«Gli impegni e gli interessi che prima erano motivo di soddisfazione», spiega ancora il Direttore , «quali hobby, passioni sportive o artistiche, destano ora solo indifferenza e fatica nella loro realizzazione. Da qui l’invito nelle fasi più critiche della malattia a non forzare il paziente all’attività, ma accompagnarlo in ciò che gli è possibile fare».

Il soggetto depresso vive in una condizione di perenne “rallentamento”, che riguarda sia gli aspetti fisici - il passo è rallentato, muoversi è faticoso - sia quelli psichici - il pensiero si sviluppa con difficoltà, diventa monotematico, la concentrazione e l’attenzione diminuiscono.

Ma non è tutto: si osservano alterazioni della sfera endocrino-metabolica; il soggetto perde peso, non ha più fame, i capelli diventano più radi, ingrigiti, la libido si riduce fino ad annullarsi, il sonno è popolato da incubi e il risveglio è carico di ansia. La giornata appare monotona e faticosa: si fa strada il sentimento dell’inutilità della vita e, nei casi più gravi, il suicidio appare come l’unica via di uscita.

Anche per questo, non bisogna vergognarsi di avere un genitore o un conoscente affetto da depressione, ma occorre dare spazio alla sofferenza e favorire la possibilità per il malato di comunicare il proprio disagio senza giudicare troppo frettolosamente.

3. Non forzare

In presenza di sintomi depressivi che durano da oltre una settimana e in assenza di evidenti fattori scatenanti, occorre rivolgersi al medico per una corretta diagnosi e un’adeguata terapia psicologica e farmacologica.

«Molto importante, però, è l’approccio dei familiari» rimarca lo psichiatra «Chi è depresso vive la realtà con distacco. È come se fosse uno spettatore che guarda da lontano la vita propria e dei propri cari, senza potervi partecipare: paradossalmente il tentativo di coinvolgere il paziente in situazioni gioiose sortisce l’effetto opposto, facendolo sentire ancora più estraneo, alieno».

Di questo si deve tener conto quando si tenta di riattivare il soggetto affetto da depressione: spesso, in buona fede, si cerca di riattivare il soggetto malato coinvolgendolo in un gran numero di iniziative quali inviti tra amici, cene e uscite mondane, quasi che la depressione potesse essere curata attraverso la trasmissione di energia e  vitalità.

persone che si abbracciano per superare depressione

«Tutto questo per il malato ha spesso l’effetto opposto, facendolo sentire ancora più estraneo e in colpa, accentuando il suo senso di autovalutazione e di indegnità. Il depresso, osservando tutti gli sforzi compiuti e l’inefficacia degli stessi, si convince sempre di più di essere un peso per i propri familiari».

Così le nostre migliori intenzioni risultano inutili, se non dannose o controproducenti.

Quindi, anche in questo caso, il consiglio è quello di confrontarsi prima con uno specialista: «Va bene la nostra buona volontà, ma meglio evitare il moltiplicarsi di iniziative magari confuse, spesso attivate con il solo scopo di farci sentire meno impotenti di fronte alla malattia. Dobbiamo essere, invece, rispettosi del malessere e dell’inerzia del soggetto depresso, coinvolgendolo sì, ma in attività personali e non pubbliche, accompagnandolo nell’uscita della fase depressiva senza forzarlo, consapevoli dei suoi tempi rallentati e della sua mancanza di energia vitale».

4. Essere presenti

Soprattutto, quello che conta davvero è la nostra presenza: «Anche se il nostro congiunto vuole rimanere a letto, è bene accettare questa condizione senza spaventarci troppo: l’importante è stargli vicino, magari in silenzio, facendogli sentire che ci siamo». consiglia il Dottore.

Per quanto riguarda la terapia, utile ricordare che esistono differenti tipi di depressione per durata, ciclicità e caratteristiche cliniche: «Nei casi meno gravi è utile e risolutiva la psicoterapia; in caso di sintomi più marcati con forte inibizione e rallentamento o ideazione suicida occorre prendere in considerazione una terapia con farmaci specifici».

In ogni caso, la presenza dei familiari è fondamentale. È importante ricordare loro che non devono scoraggiarsi, anche se i tempi di cura a volte possono essere lunghi.

Per un familiare, certo, vivere con un genitore o un figlio depresso non è facile.

«Si è coinvolti e si fa fatica ad accettare di non poter essere di aiuto. A volte si cerca a tutti i costi una giustificazione alla comparsa della sintomatologia, nella convinzione che la causa vada ricercata in un litigio o nell’ambito del disagio di coppia o che sia colpa dello stress lavorativo; spesso invece la malattia depressiva insorge senza cause apparenti, oppure può essere innescata da questi elementi, ma poi avere un decorso indipendente».

È importante ricordare, però, che uscire dalla depressione è possibile: «Abbiamo a disposizione interventi efficaci che permettono nella maggior parte dei casi un netto miglioramento e spesso una guarigione. È importante non scoraggiarsi, non far venir meno il nostro sostegno al paziente ed essere consapevoli che ci troviamo di fronte ad una malattia che come tale può essere affrontata e sconfitta». Senza pregiudizi, né paura.

Siamo accanto a chi cerca di combattere la depressione: richiedi un consulto ai nostri Professionisti.

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