Depressione e tristezza, quali sono le differenze e cosa le distingue? Quando uno stato d'animo negativo può definirsi "disturbo"?
Il Dott. Fabio de Dominicis, dirigente sanitario e responsabile della Comunità Psichiatrica “San Benedetto Menni” e del gruppo appartamento “Melograno”, appartenenti al Presidio Ospedaliero Riabilitativo Beata Vergine della Consolata, chiarisce questa differenza, sottolineando l'importanza di una diagnosi e di un supporto specialistico repentino.
In questo articolo parleremo di:
- Tristezza e depressione, quali sono le differenze?
- Come distinguere la tristezza dalla depressione per evitare di confonderle
- Differenze nel trattamento di tristezza e depressione
Il nostro Ordine Ospedaliero è accanto a chi ha delle difficoltà e ai cari che gli sono di supporto. Il nostro stesso Fondatore San Giovanni di Dio ha esperito cure psichiatriche: la sua esperienza e i suoi valori guidano la nostra modalità di erogazione di cure assistenziali.
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Tutti abbiamo un umore: “che brutto umore che hai oggi!” quante volte lo abbiamo detto o ce lo siamo sentiti dire?
Ma l’umore cos’è? Una corretta definizione potrebbe essere:
L'umore è uno stato d'animo persistente, che differisce dalle emozioni, dai sentimenti e dagli affetti, in grado di determinare particolari risposte/reazioni emotive che possono essere più o meno stabili.
Quindi il nostro umore è suscettibile a quanto capita nella nostra quotidianità e le conseguenti variazioni del tono dell’umore caratterizzano il nostro comportamento e il nostro essere nel normale contesto sociale, lavorativo e familiare.
Molte sono le situazioni che possono interferire con il nostro umore, che possono alzarlo o in molti casi abbassarlo. Un tono dell’umore deflesso può essere fisiologico, presentandosi in occasione di lutti, perdita del lavoro, stress economici, separazioni o divorzi. Ma può anche essere patologico ed esitare in un quadro clinico che viene classificato tra i “disturbi del tono dell’umore”, come la depressione.
Ma quali sono quindi le differenze tra tristezza e depressione?
La tristezza è uno specifico stato emotivo, esattamente come altre emozioni o sentimenti tipo la felicità e la paura. Di fatto, la tristezza può essere un segnale di allarme per un cambiamento emotivo volto ad affrontare un tipo di dolore e sofferenza e può essere anche la conseguenza di altri sentimenti intensi come la rabbia o la demotivazione.
La depressione invece è una patologia: si pone all'interno di un gruppo serio e comune di condizioni di salute mentale e di disturbi emotivi. Di fatto, la depressione non implica solo una flessione dell’umore ma una situazione più grave a livello psicopatologico che ha forti conseguenze sul nostro organismo.
Si può quindi essere tristi ma non avere una condizione patologica di depressione: molte persone depresse sono tristi, ma non per forza la tristezza porta con sé la depressione.
Nel prossimo paragrafo vedremo come distinguere la depressione e la tristezza.
Per capire la differenza tra depressione e tristezza e sapere come distinguerle vanno esplorate più approfonditamente nei dettagli e nelle caratteristiche costitutive.
Il Disturbo Depressivo Maggiore è caratterizzato da:
La malattia, lasciata a se stessa, progredisce e interferisce con il contenuto e la forma del pensiero, inducendo sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi e inappropriati, ridotta capacità di pensare e di concentrazione, pensieri ricorrenti di morte e ideazione suicidaria.
Una “malattia”, appunto: quindi suscettibile di cura, di remissione e in molti casi di guarigione. Il Disturbo Depressivo è più frequente (fino a 3 volte circa) tra i familiari di primo grado di individui con questa diagnosi, rispetto alla popolazione generale, e vi è inoltre un’evidenza statistica a favore di una maggior incidenza del rischio di dipendenza alcolica. Spesso vi è associazione di un disturbo di ansia, attacchi di panico, fobia sociale.
La tristezza, invece, è solo uno dei sintomi della depressione. Ma come si manifesta?
A differenza della depressione, la tristezza non ha carattere patologico e non è continuativa nel corso della giornata o di una fase di vita. Infatti è causata da un avvenimento specifico e perdura solo per un momento circoscritto.
Non da ultimo: se la tristezza può volendo essere affrontata autonomamente, la depressione è uno stato patologico che richiede specifiche cure.
La depressione progressivamente diviene una “malattia della famiglia”, poiché coinvolge e modula le dinamiche, le attività, le relazioni, il tono dell’umore stesso, di tutte le persone facenti parte del contesto familiare del paziente.
La malattia depressiva deve essere presa in carico dallo psichiatra quanto prima possibile: come evidenziato, il progredire del quadro clinico è man mano ingravescente e invalidante e i sintomi descritti, devono essere un campanello di allarme da non sottovalutare.
La presa in carico deve affrontare il paziente e il relativo quadro clinico con un supporto psicofarmacologico, e dove possibile, con un sostegno psicologico. L’efficacia di una terapia “combinata” risulta in una costante e progressiva riduzione della sintomatologia descritta.
Le numerose molecole che fanno parte della classe farmacologica degli Antidepressivi consentono al medico di ottimizzare la prescrizione in base al quadro clinico, alle caratteristiche ed alle necessità del paziente.
Una terapia corretta, tempestiva e modulata secondo l’evoluzione della malattia semplicemente riporta il “buonumore”.
Il trattamento della tristezza invece consiste in incontri con un professionista per valutare insieme l'esperienza e la condizione della persona. Il percorso si concentrerà più sulla stimolazione e sull’incoraggiamento del processo individuale della persona.
Tristezza e depressione sono quindi due condizione psicologiche diverse: saperle distinguere è fondamentale per riuscire a gestirle al meglio.
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