I Disturbi Specifici del Linguaggio (DSL) sono disturbi del neurosviluppo e si suddividono in diverse categorie. Tra queste si possono citare anche la disprassia e il deficit di programmazione fonologica: che cosa sono e come si manifestano nel bambino?
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I disturbi di codificazione fonologica sono una macro categoria di Disturbi del Linguaggio, che a sua volta comprende la disprassia verbale e il deficit di programmazione fonologica. In generale, si tratta di difficoltà di tipo ricettivo che interessano proprio quella componente del linguaggio, ovvero la fonetica, che riguarda i suoni tradizionalmente intesi, considerati sia in modo isolato sia articolato.
Il bambino, in fase di sviluppo, non ha ancora acquisito le basi del linguaggio e pertanto le difficoltà fonetiche si manifestano in una produzione poco fluente e chiara del discorso. Proprio per questo sono anche chiamati Disturbi Espressivi. Tali disturbi si correlano ai Disturbi Misti del Linguaggio che invece sono di tipo pragmatico e non fonetico.
Vediamo ora nel dettaglio cosa caratterizza la disprassia verbale e il deficit di programmazione fonologica.
I bambini che soffrono di disprassia verbale elaborano un discorso che, pur comprensibile da parte dei genitori, si caratterizza da pochi contoidi. Di cosa si tratta? In questo senso, fanno principalmente uso di un fono, ossia un suono linguistico, che si distingue per avere una configurazione almeno parzialmente chiusa del tratto vocale.
Il discorso appare così poco fluente, data la difficoltà di articolare correttamente i suoni. Il bambino, invece, non riscontra problemi rilevanti a livello di comprensione del parlato altrui.
Come riconoscere allora la presenza di disprassia verbale?
Generalmente, i bambini affetti da disprassia verbale provano una forte frustrazione comunicativa e spesso sono scherniti dai propri compagni. Strettamente connessa è anche l'agitazione a livello comportamentale e motorio.
Si tratta di un ritardo nell'organizzazione della struttura fonotattica: si ha difficoltà a gestire i suoni delle parole. Per questo motivo le parole sono pronunciate con omissioni, sostituzioni e produzioni scorrette dei suoni stessi.
Inoltre, il bambino esprime solo sillabe piane anche per parole complesse. Ad esempio, al posto di dire "porta" potrebbe dire "po-ta".
Quali sono gli altri segnali di questo deficit?
Sintatticamente, la frase non appare alterata ma si ha una morfologia grammaticale assente o comunque scorretta.
Si tratta di un disturbo che si manifesta spontaneamente intorno ai 5 anni e può portare a problemi nella lettura e nella scrittura o all'accesso lessicale correlandosi così ai Disturbi Specifici dell'Apprendimento.
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