Parlare è un'azione quotidiana: sebbene oggi sia sempre più comune comunicare per iscritto, la comunicazione verbale è un aspetto centrale delle nostre vite, soprattutto per chi, come i bambini, si affaccia in modo curioso al mondo.
Comunicare permette infatti di relazionarsi con il Prossimo, di dialogare e di aiutarsi vicendevolmente. A volte, però, alcune persone presentano delle difficoltà: si interrompono, si ripetono, non riescono a dire bene le parole. Cos'è quindi la balbuzie?
Leggi l'articolo per saperne di più, parleremo di:
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La balbuzie, detta Disturbo della fluenza verbale o disfluenza, è un fenomeno tipico dello sviluppo del linguaggio di un bambino: rappresenta infatti una fase normale della sua crescita ed è molto frequente a partire dai 2 anni di vita.
Nella maggior parte dei casi, 4 volte su 5, il problema si risolve in modo naturale. Il bambino smette di balbettare intorno ai 4 anni, fino a un massimo di 6.
Essendo, appunto, una forma di Disturbo del Linguaggio tipica e transitoria in un bambino, essa non risulta un impedimento nelle relazioni sociali e nella comunicazione con terzi. Il bambino stesso, infatti, può non accorgersi di balbettare e non esserne consapevole. Di conseguenza non mostra sorpresa o frustrazione quando accade.
Ma come si manifesta la balbuzie?
In generale, linguaggio del bambino diventa meno fluente per via di pause, ripetizioni e prolungamenti non volontari delle parole o dei suoni. Così, il bambino, sopratutto di età inferiore ai 4 anni, quando parla riesce a farsi capire, ma durante il discorso può avere delle esitazioni.
Saper riconoscere quando la balbuzie è transitoria, o un vero e proprio Disturbo Specifico del Linguaggio, diventa allora fondamentale.
Un bambino ha la tendenza a balbettare quando è stanco, emozionato oppure quando sta affrontando argomenti nuovi di cui non conosce ancora bene il lessico adatto.
Altre situazioni comuni di balbuzie naturali nei bambini sono durante gli scambi domanda-risposta, oppure quando si trova a dialogare con un interlocutore indifferente, aspetto che potrebbe creare in lui incertezza.
Come fare allora a capire quando la balbuzie è naturale?
A distinguere un bambino balbuziente da uno non balbuziente sono le disfluenze, ovvero le ripetizioni o gli allungamenti del parlato. A seconda della frequenza, della collocazione e della durata di una disfluenza si possono avere dei campanelli d'allarme. Riportiamo di seguito alcuni errori più frequenti nei bambini balbuzienti.
Inoltre, un bambino balbuziente può avere timore di specifiche parole che non riesce a pronunciare in modo efficace, e cerca quindi di evitarle.
Quando si parla con un bambino lo scambio di parola dovrebbe essere quanto più rilassato e tranquillo possibile, cercando di evitare le distrazioni contestuali. Un bambino con balbuzie richiede maggiori attenzioni: va ascoltato con più interesse, cercando di mantenere sempre un contatto visivo in modo tale da metterlo a proprio agio e non confonderlo.
Ugualmente, bisogna cercare di trasmettergli tranquillità e sicurezza dandogli tutto il tempo di cui ha bisogno per parlare, senza concludere per lui parole o frasi.
Un buon momento di condivisione e apprendimento è leggere insieme: in questo modo può arricchire il suo vocabolario imparando la pronuncia corretta delle parole, affiancato da una presenza che gli trasmette serenità.
Infine, sebbene il bambino nella maggior parte dei casi possa presentare balbuzie transitorie, è bene non sottovalutare il problema. Il supporto di un professionista logopedista può aiutare i genitori a comprendere se si tratta di una semplice fase transitoria o di una difficoltà nel parlare.
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