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Donazioni alle Onlus: tutto ciò che c’è da sapere

14 giugno 2022

Le Onlus sono organizzazioni che si occupano di salvaguardare diverse categorie di persone svantaggiate. Ci sono tante domande che spesso le persone si pongono in relazione a queste organizzazioni. Quali sono le caratteristiche delle Onlus? Come funziona la loro normativa? Chi sono i donatori in Italia? In questo articolo scoprirai tutto ciò che c’è da sapere sulle Onlus, continua a leggere per saperne di più!

In questo articolo parleremo di:

1. Definizione e caratteristiche delle Onlus

2. La normativa delle Onlus

2.1 Requisiti, obblighi e divieti per le Onlus

2.2 Gli obblighi di trasparenza per le Onlus

2.3 Il rendiconto annuale e il bilancio sociale

2. 4 I vantaggi fiscali per le Onlus

3. La riforma del Terzo settore

3.1 Il Codice del Terzo settore

3.2 Cosa sono gli enti del Terzo settore

3.3 La nascita del RUNTS, il Registro Unico Nazionale del Terzo Settore

4. Donazioni alle Onlus in Italia: una panoramica

4.1 Le donazioni in Italia e l’impatto della pandemia

4.2 Il profilo dei donatori italiani

4.3 Le principali modalità di donazione

4.4 Donazioni di tempo e capacità: il volontariato

5. I vantaggi fiscali che derivano dalle donazioni

6. L’azione di UTA Onlus: chi siamo e cosa facciamo

6.1 I progetti e le iniziative di UTA Onlus

6.2 I volontari di UTA Onlus: una risorsa preziosa

 

Definizione e caratteristiche delle Onlus

Le Onlus sono organizzazioni complesse ed estremamente importanti per la nostra società: con le loro attività, quotidianamente aiutano persone che ne hanno bisogno. Ma quali sono le caratteristiche delle Onlus?

Innanzitutto, è importante comprendere il significato del termine Onlus. Tale acronimo fa infatti riferimento alle “Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale”, e cioè a tutti quegli enti di carattere privato che svolgono attività a favore di soggetti svantaggiati, avendo come unico scopo la solidarietà sociale. Ciò significa che le Onlus sono tutte quelle Associazioni, Fondazioni e Organizzazioni che si occupano di aiutare persone bisognose: le loro attività non sono quindi in nessun caso votate al profitto.

Il funzionamento delle Onlus è regolamentato da una precisa normativa, che stabilisce obblighi, requisiti e divieti che queste organizzazioni sono chiamate a rispettare. Va infatti sottolineato che il termine Onlus fa riferimento ad una qualifica fiscale, che può essere ottenuta da alcune categorie di enti che rispettino i requisiti previsti dalla normativa.

 

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La normativa delle Onlus: una panoramica

Spesso i cittadini tendono a non fidarsi delle Onlus per le proprie donazioni, ritenendo che queste organizzazioni operino in maniera poco trasparente. Tuttavia, è importante sottolineare che in realtà il funzionamento delle Onlus è regolamentato da una normativa stringente, che assicura che queste organizzazioni svolgano le proprie attività in maniera corretta, nel pieno rispetto della legge.

 

Requisiti, obblighi e divieti per le Onlus

All’interno del Decreto Legislativo n. 460 del 1997 vi è un’intera sezione dedicata al funzionamento delle Onlus, in cui vengono sanciti i requisiti e gli obblighi che esse sono tenute a rispettare.

Innanzitutto, per potersi definire tali, le Onlus devono svolgere le proprie attività esclusivamente all’interno di specifici settori, come assistenza sanitaria, tutela dei diritti civili o assistenza sociale. Inoltre, come già anticipato, le Onlus devono operare senza fini di lucro: pertanto, il denaro che queste organizzazioni guadagnano attraverso raccolte fondi e altre iniziative deve essere necessariamente reinvestito all’interno delle organizzazioni stesse.

Il decreto stabilisce poi che tali enti devono utilizzare la dicitura Onlus in qualsiasi segno distintivo e in tutte le comunicazioni rivolte al pubblico. Infine, in caso di scioglimento, le Onlus sono tenute a devolvere il proprio patrimonio ad altre organizzazioni di utilità sociale o a fini di pubblica utilità.

 

Gli obblighi di trasparenza per le Onlus

Tutte le organizzazioni non profit sono inoltre tenute a rispettare diversi obblighi di trasparenza, il cui obiettivo è assicurare che questi enti svolgano le proprie attività in maniera lecita. Tali obblighi sono sanciti all’interno di diversi decreti legislativi, che vanno poi a integrarsi con la normativa più generale che regolamenta il funzionamento di tutti gli enti non profit.

In particolare, gli obblighi di trasparenza che le organizzazioni non profit devono rispettare sono relativi a:

  • Risorse pubbliche, che riguardano i rapporti che queste organizzazioni intrattengono con gli enti pubblici;
  • 5 x Mille, relativo agli enti non profit che percepiscono il 5 x Mille;
  • Affidamento di servizi pubblici, che riguarda gli enti non profit che svolgono iniziative e attività di interesse pubblico;
  • Erogazioni liberali, relativo alle donazioni che gli enti non profit percepiscono per portare avanti le proprie iniziative;
  • Contrasto alla corruzione, relativo al fatto che alcune categorie di enti non profit devono rispettare gli stessi obblighi di trasparenza dei partiti politici.

Per approfondire questo tema, leggi il nostro articolo “Come fidarsi di una raccolta fondi Onlus: gli obblighi di trasparenza”.

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Il rendiconto annuale e il bilancio sociale

Ma non solo: esistono ulteriori elementi che vanno a garantire che le Onlus svolgano le proprie attività in maniera corretta. Il rendiconto annuale e il bilancio sociale sono infatti due documenti che le organizzazioni non profit sono chiamate a redigere, e che tengono traccia del loro operato.

Il rendiconto annuale è un documento che deve essere obbligatoriamente redatto ogni anno dagli enti non profit: esso attesta l’utilizzo che queste organizzazioni fanno dei fondi che raccolgono nel corso del tempo.

Il bilancio sociale, invece, è uno strumento di rendicontazione che considera l’impatto sociale degli enti non profit, e cioè tutti i cambiamenti che tali enti hanno portato all’interno della società. Tale documento è pubblico e accessibile a chiunque lo desideri: si configura pertanto come uno strumento utile sia per i cittadini, che hanno così la possibilità di conoscere da vicino le iniziative portate avanti dalle Onlus, ma anche per le organizzazioni non profit stesse, che possono in tal modo tener traccia dei risultati che hanno raggiunto nel corso del tempo.

Vuoi saperne di più sul rendiconto annuale e sul bilancio sociale? Leggi il nostro articolo dedicato al tema “Rendiconto annuale e bilancio sociale degli enti del Terzo settore”.

 

I vantaggi fiscali per le Onlus

La qualifica fiscale di Onlus e il rispetto dei requisiti e degli obblighi di cui abbiamo parlato garantiscono a queste organizzazioni la possibilità di avere accesso ad alcune agevolazioni fiscali, previste dalla normativa stessa.

Nello specifico, le Onlus godono di un regime tributario di favore per quanto riguarda le imposte sui redditi, l’imposta sul valore aggiunto e altre imposte indirette. Ciò significa che molte delle attività svolte delle Onlus non sono soggette a tassazione, il che permette a queste organizzazioni di risparmiare notevolmente sulle proprie spese.

 

Chiarite, dunque, tutte le caratteristiche delle Onlus, è importante sottolineare che oggi le cose stanno cambiando per questi enti. A partire dal 2017, infatti, la normativa che regolamenta le Onlus ha subito importanti modifiche: con l’introduzione della riforma del Terzo settore il panorama del mondo non profit è cambiato e la qualifica di Onlus è stata eliminata. Pertanto, queste organizzazioni sono oggi chiamate ad adattarsi ai cambiamenti che la riforma ha portato con sé, per poter continuare a svolgere le proprie attività.

 

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La riforma del Terzo settore: cos’è e cosa cambia

La riforma del Terzo settore nasce con lo scopo di riordinare tutta la normativa che regolamenta il settore degli enti non profit. Tale riforma è stata introdotta a partire dal 2017, ma non è ancora del tutto entrata in vigore: ad oggi, infatti, ci troviamo ancora in una fase di transizione. Nonostante ciò, la riforma ha già determinato diversi cambiamenti: di seguito elenchiamo i principali.

 

Il Codice del Terzo settore

Innanzitutto, uno dei pilastri su cui poggia la riforma del Terzo settore è rappresentato dal Codice del Terzo settore (Decreto legislativo n.117 del 03 Luglio 2017), e cioè un decreto che raccoglie e sistematizza al suo interno tutte le norme che regolamentano il funzionamento degli enti del Terzo settore.

Il Codice viene introdotto con l’obiettivo primario di riordinare tutta la disciplina del settore non profit, e sancisce al suo interno gli obblighi e i divieti che questi enti sono chiamati a rispettare, nonché le agevolazioni fiscali a cui essi possono avere accesso.

 

Cosa sono gli enti del Terzo settore

Inoltre, tra le principali novità introdotte dalla riforma, vi è l’abrogazione della qualifica di Onlus e la sua sostituzione con quella di “enti del Terzo settore”(ETS). Tale qualifica si applica a tutte le associazioni, organizzazioni ed enti che svolgono attività di interesse generale perseguendo esclusivamente finalità civiche e di solidarietà sociale, senza scopo di lucro.

Nello specifico, la normativa prevede che ci siano sette categorie di enti del Terzo settore e cioè:

  • Organizzazioni di volontariato
  • Associazioni di promozione sociale
  • Enti filantropici
  • Imprese sociali incluse le cooperative sociali
  • Reti associative
  • Società di mutuo soccorso
  • Altri enti di carattere privato

Il codice del Terzo settore elenca poi una lunga serie di attività che questi enti possono svolgere, tra cui prestazioni socio-sanitarie, attività culturali, educazione, istruzione e formazione, promozione dei diritti umani e così via. È quindi chiaro che gli enti del Terzo settore possono operare in una moltitudine di ambiti, andando così a rispondere ai bisogni dell’intera società, e non solo a quelli di alcune categorie di persone.

Infine, il codice del Terzo settore stabilisce anche che, per potersi definire tali, gli enti del Terzo settore devono necessariamente iscriversi al RUNTS, un registro che racchiude al suo interno le principali caratteristiche degli enti stessi.

 

La nascita del RUNTS, il Registro Unico Nazionale del Terzo Settore

Come anticipato, un’ulteriore novità introdotta dalla riforma del Terzo settore riguarda la nascita del RUNTS, il Registro Unico Nazionale del Terzo Settore. Tale registro rappresenta uno strumento estremamente utile, poiché va a sistematizzare e racchiudere al suo interno tutte le principali caratteristiche degli enti del Terzo settore esistenti nel nostro Paese.

In particolare, il registro contiene le informazioni di base degli enti del Terzo settore, tra cui la denominazione, il codice fiscale, le generalità dei rappresentanti legali, i rendiconti e i bilanci sociali.

Il RUNTS va così a sostituire tutti i registri precedenti, tra cui anche l’Anagrafe Onlus. Se, infatti, in passato le Onlus erano chiamate ad iscriversi all’Agenzia delle entrate, oggi, con l’abrogazione della qualifica di Onlus e con la nascita del RUNTS, tali organizzazioni devono analizzare accuratamente la propria attività per poter individuare una delle categorie di enti del Terzo settore a cui registrarsi.

 

È quindi chiaro che il funzionamento delle Onlus, e più in generale di tutti gli enti del Terzo settore, è regolamentato oggi più che mai da una normativa molto precisa: lo scopo di quest’ultima è proprio quello di garantire ai cittadini che sostengono gli enti non profit con le proprie donazioni di potersi fidare di queste organizzazioni.

Donazioni Onlus

 

Donazioni alle Onlus in Italia: alcuni dati

Una delle principali risorse su cui le Onlus possono contare sono le donazioni, o erogazioni liberali, che i cittadini fanno ogni anno per sostenere tali organizzazioni. Ma quante donazioni vengono fatte nel nostro Paese e chi sono i donatori?

 

Le donazioni in Italia e l’impatto della pandemia

Tantissimi individui ogni anno scelgono di sostenere le Onlus con le proprie donazioni. Secondo i dati di settore, infatti, nel 2021 è stata raggiunta una cifra di oltre 5 miliardi di euro in donazioni da parte degli italiani, a dimostrazione dell’impegno dei cittadini nel sostenere cause che considerano importanti. Va infatti sottolineato che gli individui sono più propensi a donare il proprio denaro per sostenere cause che hanno a cuore.

Tuttavia, l’emergenza sanitaria ha portato ad un forte spostamento delle donazioni degli individui dalle cause per cui essi hanno sempre donato verso nuovi protagonisti, come la Protezione Civile e gli Ospedali, andando in questo modo a penalizzare gli enti non profit. Il 53% di questi ultimi, infatti, ha registrato nel corso del 2020 un calo di entrate.

Tra le cause per cui si dona maggiormente, spiccano poi salute e ricerca, seguite da tutela dei diritti e della pace, assistenza sociale, salvaguardia dell’ambiente e degli animali.

È quindi chiaro che, sebbene gli italiani si confermino negli ultimi anni estremamente generosi, la pandemia ha avuto un impatto negativo sull’andamento delle donazioni, andando a penalizzare soprattutto il settore delle organizzazioni non profit, che solo oggi iniziano a vedere i primi segnali di ripresa.

Per approfondire i dati sulle donazioni in Italia leggi il nostro articolo “Panoramica italiana delle donazioni: i dati di settore”.

 

Il profilo dei donatori italiani

C’è da chiedersi, a questo punto, chi siano i donatori in Italia. A questo proposito, i dati di settore mostrano come gran parte dei donatori siano donne adulte. Secondo il Global Trends in Giving Report, infatti, il 65% dei donatori italiani sono donne, mentre il 34% sono uomini e l’1% non-binary.

Più del 60% dei soggetti che dichiara di aver donato è di età compresa tra i 23 e i 55 anni, e appartiene pertanto alla Generazione X o a quella dei Millennials. Inoltre, le regioni italiane che registrano una più alta percentuale di donatori sono tipicamente quelle del Nord, con una forte concentrazione nelle aree geografiche del Trentino Alto Adige e del Südtirol.

Va poi sottolineato che gli individui più propensi a donare sono coloro che hanno un livello di istruzione più alto, e che godono di una migliore condizione occupazionale, che conferisce loro una maggior stabilità economica.

Infine, un ultimo fattore che contribuisce ad aumentare la probabilità che gli individui facciano delle donazioni a enti non profit ha a che fare con la possibilità di avere accesso a modalità di pagamento semplici. Scopriamo, dunque, quali sono i principali strumenti e canali utilizzati per le donazioni oggi.

 

Le principali modalità di donazione 

Negli ultimi anni stiamo assistendo alla diffusione di nuove modalità di donazione, dove diventano sempre più protagonisti i canali digitali. Lo conferma l’indagine “Donare 3.0” (2022) di Doxa, secondo cui oggi le persone ricorrono sempre più ai pagamenti digitali per le proprie donazioni a enti del Terzo settore: nel 2021, infatti, il 35% degli individui ha preferito per le proprie donazioni strumenti digitali. Allo stesso tempo, si osserva anche una riduzione dell’utilizzo del denaro contante per le donazioni, che cala al 27% nel 2021.

Tra gli strumenti digitali preferiti dai donatori spicca il computer, che viene utilizzato nel 2021 dal 71% degli individui. Segue poi lo smartphone, scelto dal 59% dei donatori. A tal proposito, va anche sottolineato che sono soprattutto le generazioni più adulte a favorire l’utilizzo del computer per le proprie donazioni, mentre i più giovani sono propensi a sfruttare anche altri device, come tablet e smartphone.

Certamente, l’ascesa degli strumenti digitali è stata favorita anche dall’esplosione della pandemia: se, infatti, questa tendenza si stava già diffondendo negli ultimi anni, l’emergenza sanitaria ha accelerato notevolmente il fenomeno.

donazioni onlus

 

Donazioni di tempo e capacità: il volontariato

Un’ulteriore risorsa fondamentale per le Onlus è rappresentata dai volontari, e cioè da coloro i quali svolgono attività a favore del bene comune mettendo a disposizione il proprio tempo e le proprie capacità, senza fini di lucro ma avendo come unico scopo la solidarietà sociale.

I volontari oggi hanno la possibilità di dedicarsi a tantissimi progetti in svariati ambiti, come la sanità, l’assistenza sociale, l’istruzione o la tutela dei diritti. Secondo i dati di settore, in Italia sono attivi nel volontariato più di 4 milioni di cittadini, una cifra che evidenzia l’impegno delle persone nel dare il proprio contributo per sostenere cause che hanno a cuore.

Va tuttavia considerato che la diffusione della pandemia ha messo a dura prova il settore del volontariato: la paura del contagio, le restrizioni, l’obbligo di restare chiusi in casa hanno infatti costretto tantissime organizzazioni a fermare le proprie attività, che solo oggi iniziano a tornare ai ritmi pre-pandemici. Secondo l’indagine “Noi doniamo” (2022), infatti, nel corso degli ultimi anni si è osservata una riduzione della percentuale di persone che hanno svolto attività di volontariato, che cala da un 9,8% registrato nel 2019 ad un 7,3% registrato nel 2021.

Per saperne di più sul volontariato leggi il nostro articolo “Onlus volontariato: le donazioni di tempo e capacità”.

 

I vantaggi fiscali che derivano dalle donazioni

Se, dunque, è chiaro che le donazioni degli individui rappresentano una risorsa vitale per le Onlus, non sorprende che lo Stato abbia previsto la possibilità per i donatori di avere accesso ad alcune agevolazioni fiscali.

In particolare, esistono due categorie di vantaggi fiscali di cui gli individui che donano alle Onlus possono usufruire:

  • detrazioni di imposta, con una detrazione del 30% fino ad un massimo di 30.000 euro;
  • deduzioni dal reddito imponibile, con una deduzione del 10% senza alcun limite massimo.

Per avere accesso a questi vantaggi è necessario rispettare alcuni requisiti: le donazioni devono essere effettuate esclusivamente tramite modalità di pagamento tracciabili, come bonifico e carta di credito, e gli individui possono beneficiare soltanto di una delle due agevolazioni.

 

Vuoi scoprire dove indicare i vantaggi fiscali che derivano dalle donazioni sulla dichiarazione dei redditi? Clicca qui e scarica la nostra breve guida!

La Guida per indicare i vantaggi fiscali

 

L’azione di UTA Onlus: chi siamo e cosa facciamo

UTA Onlus è un’Associazione benefica che nasce nel 1994 con un obiettivo fondamentale: raccogliere fondi per sostenere gli Ospedali africani di Afagnan e Tanguiéta. Nel corso del tempo abbiamo svolto molteplici iniziative e grazie al contributo di donatori e volontari noi di UTA Onlus siamo riusciti ad aiutare tantissime persone.

 

I progetti e le iniziative di UTA Onlus

UTA Onlus si occupa di sostenere gli Ospedali di Afagnan e Tanguiéta, che si trovano rispettivamente in Togo e Benin. Le popolazioni di questi territori sono estremamente povere e si trovano quotidianamente ad affrontare condizioni climatiche particolarmente avverse, che mettono in pericolo la loro salute, soprattutto quella dei bambini.

Spesso accade che le famiglie non possano permettersi le cure di cui avrebbero bisogno, ed è per questo che nel corso degli anni noi di UTA Onlus abbiamo inaugurato diversi Progetti, per sostenere le popolazioni di Afagnan e Tanguiéta.

Tifo, poliomielite e AIDS sono le principali patologie che quotidianamente ci impegniamo a combattere. Ma non solo: ci occupiamo anche di salvaguardare i bambini, aiutando i reparti di Pediatria e di Terapia intensiva neonatale degli Ospedali. Una delle principali problematiche riscontrate in Togo e Benin riguarda infatti i bambini nati prematuri, che hanno un estremo bisogno di cure specifiche e medicine.

Raccogliamo inoltre fondi per fornire ai bambini e alle loro famiglie il nutrimento di cui hanno bisogno, e combattere così la malnutrizione.

Grazie alle nostre iniziative nel corso degli anni abbiamo raggiunto importanti risultati: gli Ospedali si sono sviluppati, aumentando il numero di reparti e di posti letto. Abbiamo acquistato nuove attrezzature mediche e medicine; inoltre, abbiamo di recente iniziato i lavori per la costruzione di un nuovo Pronto Soccorso per l’Ospedale di Tanguiéta.

Donazioni Onlus

 

I volontari di UTA Onlus: una risorsa preziosa 

Una delle più grandi risorse su cui UTA Onlus può contare sono i volontari che scelgono di donare il proprio tempo e le proprie capacità per aiutare la popolazione del Togo e del Benin.

Fra Fiorenzo, chirurgo esperto, fra Luca Beato, attuale Presidente dell’Associazione, l’infermiera Angela Sosa, volontaria che si occupa del reparto di Neonatologia, sono solo alcune delle figure che permettono a UTA Onlus di sostenere gli Ospedali di Afagnan e Tanguiéta.

Il loro contributo ci ha permesso di curare centinaia di donne, uomini e bambini: i nostri volontari sono il cuore pulsante di UTA Onlus, la loro azione segue i principi di Accoglienza, Ospitalità e Misericordia, di cui gli Ospedali dell’Ordine dei Fatebenefratelli si fanno portatori.

 

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